La tosse cronica è definita come tosse persistente per più di 8 settimane.
Oggi è possibile identificare più di 100 cause di tosse tra patologie croniche polmonari o extrapolmonariOltre al respiro sibilante, la tosse è il sintomo principale dell’asma bronchiale anche se avere la tosse non significa necessariamente avere l’asma. La diagnosi di asma deve essere sospettata nei soggetti con sintomatologia variabile, scatenata dall’esposizione a stimoli irritativi o allergeni e precedenti episodi di riacutizzazione. Per confermare la diagnosi è necessario effettuare test di funzionalità respiratoria che dimostrino una variabilità dell’ostruzione bronchiale (spirometria basale e successivo test di broncodilatazione, test di provocazione bronchiale con Metacolina). In questi pazienti la tosse può essere scatenata da stimoli aspecifici come il riso, l’iperventilazione o i forti profumi.
Diversi studi supportano l’ipotesi che il reflusso gastroesofageo (GER) possa essere una delle cause più comuni di tosse cronica che può essere provocata da:
1) stimolazione dei recettori esofagei innervati dal vago;
2) dismotilità esofagea;
3) aspirazione del contenuto gastrico in faringe e in trachea fin nei polmoni; in questi casi potrebbero venire stimolati i recettori acido sensibili presenti sui recettori della tosse (ASIC). Per confermare la diagnosi può essere utile ricercare la pirosi gastrica (“bruciore allo stomaco”) e reflusso acido, ma spesso la tosse è l’unico sintomo evidente. I sintomi possono essere presenti a seguito della incontinenza dello sfintere esofageo inferiore che peggiora mangiando o subito dopo aver mangiato per attivazione del riflesso esofago-faringeo. Il reflusso può raggiungere le vie aeree superiori, provocando diversi sintomi tra cui disfonia, mal di gola e sensazione di bolo. Il test più affidabile per diagnosticare la tosse da GER (associata a reflusso acido) è il monitoraggio del pH esofageo delle 24 ore.
Le secrezioni nasali o sinusali che scolano nell’ipofaringe e nella laringe possono stimolare i recettori locali della tosse. Il trasporto del muco dal naso e dai seni alla faringe è un processo fisiologico presente in tutti gli individui e può avvenire nei pazienti che hanno subìto importanti interventi a livello naso-mascellare. Questionari relativi ai pazienti con tosse e rinosinusite hanno dimostrato che il 74% degli asmatici con rinosinusite e polipi soffre di tosse cronica, ma la percentuale scende nei soli rinitici al 50%, . Le linee guida (LG) per la gestione della tosse dell’American College of Chest Physicians del 2006 hanno suggerito il termine “sindrome della tosse delle vie aeree superiori (UACS)” per descrivere la varietà di segni e sintomi precedentemente citati da altri sinonimi, tra cui sindrome da gocciolamento postnasale, rinite e rinosinusite.
Una significativa quota (20-30%) di pazienti con tosse cronica presenta una tosse persistente nonostante la negatività di indagini approfondite. Sono stati ottenuti risultati terapeutici con farmaci neuromodulatori come gli oppiacei, il gabapentin e gli antagonisti P2X3 con efficacia imprevedibile e variabile nel tempo. Questo suggerisce che alla base vi sia un’alterata risposta neurofisiologica con meccanismi e livelli diversi del complesso circuito della tosse, variabili nel tempo.
La compressione, infiltrazione, stenosi e distorsione delle vie aeree che si verifica nelle bronchiettasie (dilatazioni dei bronchi), nel cancro del polmone, nella fibrosi cistica, nella bronchite cronica, nella TBC e nella fibrosi polmonare così come nella sarcoidosi o nella linfangite può produrre tosse per effetti meccanici sui recettori vagali Anche in corso di scompenso cardiaco, il polmone umido espone al rischio di tosse. Tra le interstiziopatie quelle che più spesso esordiscono con sola o prevalente tosse cronica sono alcune forme iatrogene (da amiodarone o metotrexato o sulfasalazina), da sarcoidosi, sindrome di Sjogren, arterite a cellule giganti (rara), sindrome di Wege-ner. La non rara associazione tra malattie infiammatorie croniche intestinali e tosse è mediata in prevalenza dallo sviluppo di bronchiectasie.
Vi sono evidenze epidemiologiche che dimostrano una relazione tra l’esposizione al fumo e la tosse cronica . E’ da segnalare, però, che molti fumatori abituali non presentano tosse cronica. Un recente studio ha dimostrato che il fumo cronico induce una sorta di adattamento allo stimolo irritativo del fumo con una minor attivazione delle aree cerebrali connesse “all’urgenza di tossire” (aree prefrontali) e un blocco delle afferenze sensitive. Per questo si può verificare un aumento transitorio della tosse entro il primo mese dalla sospensione del fumo.
Dr.Gaspare Marino Pneumologo tel.3470197737 email: gasparemarino@hotmail.com